PRECIPITAZIONI
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In meteorologia con il termine precipitazioni (anche note come idrometeore) si intendono tutti i fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall'atmosfera al suolo (pioggia, neve, grandine, etc.). Indice[nascondi] 1 Come si formano le precipitazioni 2 Tipi di precipitazioni 3 Orografia delle precipitazioni 4 Misurazione delle precipitazioni 5 Regimi delle precipitazioni 6 Voci correlate Come si formano le precipitazioni [modifica] Quando dell'aria calda e umida creata dal sole sale , si raffredda fino a condensarsi e forma una nube, costituita da microscopiche goccioline diffuse. Queste gocce unendosi diventano piu'grosse e pesanti cadendo sulla terra con sottoforma di pioggia o di neve. Tipi di precipitazioni [modifica] Per avere le precipitazioni occorre una massa d’aria ricca di vapore acqueo. Perché, tuttavia, si formino pioggia e neve, occorre qualcosa che agglomeri le molecole d’acqua, come i granelli di polvere sospesi nell’aria. le molecole iniziano ad attaccarsi al granello e la goccia aumenta così finché non diventa troppo pesante per rimanere in aria e quindi precipita. Quando la condensazione di queste molecole d’acqua avviene ad una temperatura superiore agli 0° e il diametro della goccia supera gli 0,3 mm, si ha la pioggia. Se la temperatura rimane al disotto degli 0°, le molecole cristallizzano e diventano ghiaccio, formando così la neve. i fiocchi di neve si formano perché i cristalli di ghiaccio, attraversando strati d’aria a temperature superiori agli 0°, fondono e si riaggregano, raggiungendo anche notevoli dimensioni. Un altro tipo di precipitazione è la grandine. I chicchi di grandine hanno forma sferica e dimensioni variabili, da quelle di un chicco di riso a quelle di un uovo. Sono costituti da un nucleo centrale, che è formato da un granello di polvere, avvolto alternativamente da uno strato di ghiaccio trasparente e da uno strato di ghiaccio opaco. La grandine si forma quando le gocce di pioggia sono spinte da forti correnti verso l’alto, dove ghiacciano, e poi verso il basso, dove fondono in parte. A ogni salita o discesa si forma un nuovo strato di ghiaccio e il chicco aumenta di dimensioni. Quando la condensazione delle molecole d’acqua presenti nelle masse d’aria avviene vicino al suolo, si ha la nebbia. Di notte, nella stagione calda, quando il suolo si raffredda più dell’aria, la condensazione delle molecole d’acqua forma la rugiada. Nelle notti invernali, quando si ha una forte diminuzione della temperatura, le molecole d’acqua sublimano passando direttamente allo stato solido, formano la brina, costituita da piccoli cristalli di ghiaccio. Orografia delle precipitazioni [modifica] Misurazione delle precipitazioni [modifica] Le precipitazioni vengono in genere misurate utilizzando due tipi di strumenti: pluviometro e pluviografo. Il primo strumento consiste in un piccolo recipiente, in genere di forma cilindrica, e dalle dimensioni standardizzate che ha il compito di raccogliere e conservare la pioggia che si è verificata in un certo intervallo di tempo, generalmente un giorno. In questo modo è possibile ottenere una misura giornaliera delle precipitazioni in una data località. Diversamente il pluviografo è uno strumento che ha il compito di registrare la pioggia verificatasi ad una scala temporale inferiore al giorno, attualmente sono disponibili pluviografi digitali con risoluzione temporale dell'ordine di qualche minuto. Convenzionalmente in Italia la pioggia viene misurata in millimetri. Per avere un'idea si può considerare che in Italia piovono dai 100 mm ai 3000 mm all'anno; un giorno di pioggia fine non porta più di 1 mm d'acqua, mentre un temporale lungo e violento porta anche 30 mm d'acqua, con record intorno ai 300 mm. Regimi delle precipitazioni [modifica] Le massime precipitazioni sono intorno all'equatore (per una fascia larga 10° di latitudine). Dall'equatore ai poli si ha una graduale diminuzione con una eccezione tra i 45° e 55° di latitudine dove vi è la massima attività ciclonica. Questo secondo massimo di precipitazione è però inferiore a quello equatoriale. Attraverso lo studio delle isoiete, ossia delle linee che uniscono tutti i punti di uguali precipitazioni, si possono riconoscere i seguenti regimi delle precipitazioni o regimi pluviometrici: Regime delle basse latitudini. Tipo equatoriale: senza stagione secca e con due massimi di precipitazione (es. Amazzonia, Guiana, Uganda). Tipo subequatoriale: con due stagioni secche e due piovose (es. Congo, Etiopia). Tipo subtropicale: con un solo periodo di piogge violente (3-4 mesi) e un lungo periodo di secco (es. Sudan, Senegal, Mato Grosso). Regime mediterraneo Estate serena e asciutta, inverno piovoso (es. Mediterraneo, California). Regime delle alte latitudini Questo regime interessa la fascia latitudinale fra 43° e 60° ed è caratterizzato dalla mancanza di una stagione secca vera e propria mentre vi sono stagioni più o meno piovose variamente distribuite. Tipo continentale: piogge estive (es. Europa centrale, Russia, Siberia, Canada). Tipo oceanico: piogge sparse in tutto l'anno, portate dai venti marittimi, con un massimo in autunno (es. Europa occidentale, Inghilterra, Scandinavia, U.S.A. occidentali). Tipo di transizione: piogge in primavera e autunno (es. Francia orientale, Italia settentrionale). Regime polare (oltre i 60° di latitudine) Precipitazioni scarse. Solo nell'Antartide nevica abbondantemente. Regime desertico Precipitazioni inferiori a 250 mm/anno. È caratteristico delle zone tropicali ad alte pressioni. Regime monsonico Netta differenziazione tra periodi piovosi e asciutti. Interessa vasti territori dell'Asia e Australia. I monsoni invernali portano tempo sereno in India, Cina settentrionale, Manciuria. I monsoni estivi portano pioggia in Birmania, Cina meridionale, Giappone.

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